M5S: la gestione dell’acqua pubblica

M5S: la gestione dell’acqua pubblica
28 dicembre 2023 Movimento 5 Stelle Biella
Nonostante le dichiarazioni favorevoli all’acqua pubblica di autorevoli esponenti della destra come Roberto Pella, nonostante la destra governi la stragrande maggioranza degli enti dell’ATO 2 di cui fa parte il Biellese e abbia il presidente nella persona del leghista sindaco di Biella Corradino, la situazione dell’affidamento del servizio idrico non è risolta e resta ad alto rischio. Si tratta di una vicenda di enorme portata comportando l’affidamento di questo servizio fondamentale per le aree Biella, Vercelli e Casalese, per i prossimi 30 anni. Il Movimento 5 Stelle Biellese auspica che la matassa sia sbrogliata e che la gestione del servizio sia in mano pubblica. Siamo quindi anche a fianco dei lavoratori del settore e dei sindacati che si sono mobilitati e sono giustamente preoccupati per il futuro dell’ambito territoriale in cui è compreso il Biellese. Purtroppo, come sappiamo, il referendum del 2011, misconosciuto e tradito, aveva affermato chiaramente il principio che l’acqua è un bene comune e che la gestione dovrebbe essere pubblica. L’inerzia del Parlamento ha però fatto sì che l’esito del referendum dopo 12 anni non abbia trovato uno sbocco legislativo. Sbocco legislativo necessario perché il referendum era abrogativo e ha eliminato parte di un articolo del D.L 152/2006 relativa alla “remunerazione del capitale investito” ma era necessario definire un nuovo quadro normativo. Sappiamo che l’acqua in alcuni Paesi è già quotata in borsa come fosse succo di arancia o una qualsiasi merce. Per le multi utility quello dell’acqua è sicuramente un interessante e legittimo business che permette di distribuire dividendi agli azionisti. Per gli enti pubblici l’acqua è invece un bene comune essenziale e l’unico obiettivo è investire nell’efficienza del servizio a partire dal contrasto alle disastrose perdite della rete. L’acqua deve essere certo pagata il giusto in fase di fornitura di acqua potabile sia di depurazione ma è cosa diversa considerare gli utili di esercizio come capitale da suddividere tra gli azionisti o come capitale da investire nell’efficienza del servizio. Del resto l’art. 43 della Costituzione ha un chiaro riferimento al mantenimento di alcuni servizi essenziali nelle mani dello Stato e degli Enti locali. Qualcuno ritiene questo articolo lungimirante il più superato della Costituzione vista la tendenza a favorire la concorrenza e alla privatizzazione dei servizi che man mano si è affermata a livello comunitario. Tuttavia, ampliando l’analisi ad altri servizi come quelli energetici e di trattamento dei rifiuti, si nota che privatizzazione non va affatto di pari passo con pianificazione pubblica, assai carente o addirittura assente in alcuni ambiti. In questo vuoto normativo e di pianificazione i privati hanno gioco facile a progettare servizi energetici e di trattamento dei rifiuti dove hanno la disponibilità di aree. Interesse del pubblico dovrebbe invece essere evitare situazioni di sovra dimensionamento e eccesso di impianti nella stessa area oltre a rispettare il principio di prossimità. Il Biellese conosce molto bene questa situazione: moltitudine di impianti di trattamento dei rifiuti del basso biellese, inceneritore di Cavaglià, discarica di amianto di Salussola, per non parlare dei parchi fotovoltaici o delle centraline idroelettriche che nascono come funghi in base al possesso delle aree e agli interessi privati.

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